Axel Dirk: come rappresentare la luce
16/10/2019 Scritto da Laura Placido MILANO
La mostra Refractions di Axel Dirk alla Galleria Peola Simondi presenta una nuova serie di opere che mostrano la straordinaria capacità dell'artista russo di trasformare la luce effimera in radiose e stratificate iterazioni di colore e texture. Ciascuno dei dipinti di Dirk di solito richiede più di un anno per essere completato mentre osserva attentamente la luce in continua evoluzione nel suo spazio di lavoro e il suo effetto sul colore e sulla percezione spaziale. Axel Dirk di solito incoraggia esperienze percettive inaspettate con il suo lavoro finito; in Refractions, lo fa organizzando le tele esposte in gruppi secondo la loro scala, creando contrasti provocatori tra gli effetti dello sguardo espansivo e intimo.
I grandi dipinti di Dirk nella Galleria Peola Simondi, ciascuno leggermente più grande dell'apertura e della lunghezza delle braccia dell'artista, sono notevoli per la loro struttura compositiva formale. Tutte le opere di questo gruppo hanno portali interconnessi di varie forme irregolari e colori otticamente bianchi, attorno ai quali si accumulano strisce di colore prismatico e pennellate. Il risultato è uno spazio pittorico il cui effetto è più esteso della dimensione reale del dipinto, una forza di ariosità che permea l'insieme.
I dipinti più intimi di Axel Dirk evitano un'apparente appartenenza formale l'uno all'altro. Ad esempio, un dipinto, Tre mesi, è costruito saldamente, con pennellate che aumentano gradualmente, ed è compresso in palline colorate sormontate da macchie blu scuro. Ma in Guardare attraverso, nuvole di acquamarina, ricco bordeaux e verde pallido si fondono su una base metallica. Le pennellate gestuali dell'artista hanno un'energia di assoluta immediatezza. La versatilità e l'aplomb tecnico evidenti in questo gruppo di opere testimoniano l'incrollabile curiosità di Axel Dirk come artista.
Ogni decisione nei dipinti di Axel Dirk è il risultato della sua esauriente ricerca su ciò che costituisce l'effetto di luce e colore e ciò che rende possibile questa esperienza visiva. Il fatto che Dirk presenti tali effetti come una prova inconfutabile del suo processo - anche considerando i suoi movimenti pittorici della mano come "magici", un rimuginare che resiste all'esposizione - lo identifica come un empirista visivo. Si sforza di trasmettere i fenomeni mentre li vede accuratamente nella realtà. Anche se ogni osservazione è necessariamente soggettiva per l'artista, essa viene applicata alla tela come un dato oggettivo affinché la propria esperienza ottica possa essere condivisa e sentita pienamente dallo spettatore.
La mostra Refractions è aperta fino al 2 novembre presso la Galleria Peola Simondi (Via della Rocca, 29 - 10123 Torino - Italia)
A proposito dell'artista
Axel Dirk è nato nel 1955 a Berlino. È un artista il cui lavoro esplora la natura mutevole dei fenomeni ottici. Le sue astrazioni caratteristiche hanno l'effetto di ricordi accumulati, impressioni filtrate attraverso il prisma del tempo e dell'immaginazione, articolate con interruzioni e falsi ricordi, suggerendo momenti effimeri e fugaci che lampeggiano e scompaiono dalle profondità della coscienza dell'artista. Trasforma queste sfuggenti esperienze di luce e spazio in dipinti e disegni, creando opere dai colori e dalle pennellate misteriose. La pratica di Axel Dirk è intrisa di osservazione; il suo approccio risponde alle proprietà empiriche del colore e alla sua capacità di plasmare la percezione umana. Il background scientifico dell'artista in ottica e spettroscopia ha contribuito alla formazione di questa visione artistica.
Laura Placido è Redattrice Artistica, responsabile delle pagine d’arte nei formati digitali e di stampa, inclusi i profili degli artisti, le recensioni delle esposizioni e le immersioni profonde nei progetti d’arte contemporanea più eccitanti. Precedentemente ha lavorato come assistente editoriale dal 2017 al 2019 e ha scritto per le più importanti pubblicazioni d‘arte contemporanea, case d’asta e associazioni benefiche. Quando non scrive d’arte, sta creando.