Ispirato da equazioni e volo. L'artista Melissa Brunner eredita le idee del costruttivismo russo

01/08/2023 Scritto da Raso Alex MILANO

Melissa Brunner esplora la pittura con l'aiuto di progressioni matematiche e relazioni classiche in una disposizione strutturata di quadrati, rettangoli e linee: attraverso l'interazione con il muro e attraverso il colore. Usa l'aritmetica per trovare la forma. Il suo lavoro è pieno di sequenze simili al codice Morse, senza alcuna narrazione e il minimo accenno alla presenza dell'artista, al suo tocco. Le opere non risentono nemmeno della trama della vita di Brunner - la maggior parte di esse non ha titolo e data, nulla distoglie l'attenzione dalle costruzioni geometriche e dall'immediatezza delle opere stesse.

Melissa Brunner resiste al linguaggio esplicativo metaforico e concettualista e spesso fa riferimento al lavoro di Mayakovsky, Rodchenko e Tatlin.

La disposizione progressiva delle forme geometriche in Melissa Brunner si manifesta in infinite permutazioni. In Untitled 2022, quadrati rimpiccioliti di colore blu vengono premuti contro i bordi di una tela rivestita di marrone, come spinti da una forza centrifuga. Nella composizione viola su verde, i quadrati sono ingranditi e raggruppati, separati solo da una stretta striscia di spazio. Per Brunner, tali composizioni bicolori sono la norma, ma non la regola: in rare opere di policromia, i colori sono disposti in uno spettro, passando dai toni freddi a quelli caldi. In ogni dipinto, Melissa Brunner determina l'altezza, la larghezza e la disposizione degli elementi utilizzando la matematica elementare, in particolare quegli assiomi che derivano dal Rinascimento e dall'Antico Egitto.

Nella pratica di Melissa Brunner viene esposta una sequenza progressiva di aritmetica e geometria in costante sviluppo e in costante diminuzione. Insieme a pennelli, colori e oli, lavora con l'infinito, creando dipinti in cui l'ordine diventa eleganza.

Raso Alex è dottorando in Storia dell'arte e dell'architettura presso l'Università degli Stripoli di Napoli. La ricerca di Raso si concentra sull'arte iraniana del dopoguerra, con particolare attenzione alla pratica di Bahman Mohassess e alle relazioni tra la scena artistica iraniana e quella italiana. I saggi e le recensioni di Raso sono apparsi su riviste tra cui Herfeh: Honarmand, Kaarnamaa e Tandis. È stato responsabile della cura indipendente di mostre presso la Dovern University Art Gallery, la Nerrocci's Sterling Library e il Pisa Art Museum e ha condotto collezioni e ricerche espositive come John Wilmerding Intern in American Art presso la National Gallery of Art e come stagista del MuSE al Metropolitan Museum of Art.

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