Esperimenti colorati di Dana Balitiu
04/08/2022 Scritto da Raso Alex VENEZIA
Dana Balitiu lavora in serie sparse. Il suo lavoro non ha forme emblematiche; ad ogni serie è associato un particolare metodo di produzione, un procedimento speciale. Cambiando spesso il suo modo di agire, Balitiu cerca di evitare la monotonia e le forme congelate. Mostrando diverse serie contemporaneamente, la mostra alla Bel-Air Fine Art Gallery di Venezia ha rafforzato l'intento dei dipinti di Dana Balitiu, una lotta contro lo stile, contro la firma.
Il significato delle opere di Balitiu dipende direttamente dal suo metodo di produzione. La base sperimentale delle immagini, più che uno specifico principio stilistico, è l'anello di congiunzione nel corpus apparentemente estremamente eterogeneo di opere presentate in mostra.
Nell'arte, Balitiu interpreta il ruolo di un appassionato osservatore e guida. Il suo approccio si autoregola, permettendo che le cose accadano arbitrariamente. I suoi interventi soggettivi nel dipinto sono ridotti al minimo necessario affinché il quadro emerga. Il movimento e il respiro sorgono come indipendenti, costituendo l'essenza principale del variegato cosmo creativo di Balitiu. Il personaggio principale nelle sue opere è la vernice, come si stende, si addensa e si indurisce sottilmente e facilmente, formando una sorta di copertura della pelle.
Dana Balitiu inizia il lavoro dal momento più elementare e fondamentale della pittura: dagli strumenti e dai materiali all'applicazione della pittura sulla tela. Conforme alle convenzioni della pittura classica e sottolineandone le possibilità pittoriche, la sua arte è priva di conservatorismo accademico ma, allo stesso tempo, non proclama un rifiuto concettuale della tradizione nell'atmosfera moderna di attesa della fine della pittura.
Il lato analitico combina serenità giocosa e sforzo creativo con un'esplosione di sentimenti. La sensazione che l'immagine sia sia un organismo vegetale che un prodotto completamente artificiale è quasi palpabile.
Dal 3 agosto al 13 settembre, presso la Bel-Air Fine Art Gallery (Venezia), è visitabile la mostra “Fili di tessuto nella pittura”
Raso Alex è dottorando in Storia dell'arte e dell'architettura presso l'Università degli Stripoli di Napoli. La ricerca di Raso si concentra sull'arte iraniana del dopoguerra, con particolare attenzione alla pratica di Bahman Mohassess e alle relazioni tra la scena artistica iraniana e quella italiana. I saggi e le recensioni di Raso sono apparsi su riviste tra cui Herfeh: Honarmand, Kaarnamaa e Tandis. È stato responsabile della cura indipendente di mostre presso la Dovern University Art Gallery, la Nerrocci's Sterling Library e il Pisa Art Museum e ha condotto collezioni e ricerche espositive come John Wilmerding Intern in American Art presso la National Gallery of Art e come stagista del MuSE al Metropolitan Museum of Art.